DANIELA ROMANO

Psicologa Psicoterapeuta



La ricerca di un consulto psicologico origina in un vissuto di insoddisfazione o in uno stato di angoscia.  

Le emozioni hanno probabilmente perso la funzione immediata e fluida di segnalare cosa procura benessere e cosa malessere, e, perché confuse o eccessivamente intense o frequenti, si sono cristallizzate e hanno inciso sull'umore, ossia sul tono e sul colorito affettivo della personalità; quindi si sperimenta il vissuto di essere inviluppati in una maschera e conseguentemente il concetto di sé come ansioso, malinconico, disforico, emotivamente labile.

L'idea che l'ansia sia una fragilità, che il controllo sulle cose riduca i pericoli, che evitare certe situazioni protegga, o ancora che gli stati emotivi negativi siano insopportabili, induce, in certi casi, a mettere in atto soluzioni illusorie e dannose, come: il rimuginio, i rituali, la restrizione alimentare, l'abuso di sostanze.

La sofferenza però, se non ignorata, ha insita in sé una maturazione possibile. Chiedere aiuto non è un'ammissione di dubbia autonomia o un affronto alla propria autoefficacia, è un percorso per accogliere il dolore, accettarlo, comprenderne il significato e la funzione, attraversare il problema ed aumentare il sentimento di realizzazione personale.

La terapia cognitivo comportamentale è focalizzata al presente. Il disagio emotivo è esaminato come il risultato di pensieri disfunzionali che lo generano e comportamenti disadattivi che lo mantengono. Emozioni, pensieri e comportamenti sono pertanto l'oggetto dell'intervento. Il terapeuta è un facilitatore, mentre il paziente è l'artefice del proprio cambiamento.   

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